29 gen 2010

FORUM SIE - una opportunità di "dialogo" interno alla SIE

Autore dell'argomento Tubaro Giovanni. Creato il 29 Gennaio 2010
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”

Il titolo è un po’ provocatorio, ma spero adeguato e in grado di richiamare l’attenzione dei soci sulla necessità, dopo più di quaranta anni di onorata attività istituzionale, di FARE IL PUNTO SUL MODELLO ORGANIZZATIVO – FUNZIONALE della nostra Società Scientifica che ha Sede legale a Milano presso la gloriosa "Clinica del Lavoro L. Devoto" e, secondo il suo Statuto “… si articola in sezioni territoriali e gruppi” (cfr. art. 2). 
In realtà le Sezioni territoriali “arrancano” e i Gruppi sono una potenzialità talmente inespressa da non trovare alcun altro riscontro oltre all’art. 2, nemmeno nello Statuto stesso. 
Peraltro, lo SCOPO statutario della S.I.E. è quello di promuovere lo sviluppo dell'Ergonomia e la diffusione e sistematizzazione delle conoscenze e delle esperienze connesse all'approccio ergonomico, in stretto rapporto con le realtà sociali produttive. 
Tra le diverse modalità di promozione dell’Ergonomia, lo Statuto prevede anche di “… erogare borse di studio per il sostegno di studenti in discipline ergonomiche o per favorire lo studio e l'approfondimento di temi inerenti l'oggetto sociale” (cfr. art.3). 
Un compito indubbiamente ambizioso che, senza nulla togliere al ruolo agli Organi sociali (di cui all’art. 7), lo Statuto prevede che l’Associazione operi in modo diffuso sull’intero territorio nazionale facendo riferimento alla Sezioni Territoriali che possono costituirsi con lo scopo (cfr. art. 13) di: 
" - diffondere, sviluppare e realizzare nel proprio territorio gli obiettivi della Associazione Società Italiana di Ergonomia, avendo presenti situazioni ed esigenze di interesse locale; 
- tenere informato il Consiglio Direttivo circa attività e problematiche locali, in particolare quelle che rivestono interesse sul piano nazionale o in altre zone territoriali; 
- favorire l'acquisizione di nuovi soci e la regolarizzazione dell'iscrizione alla S.I.E. di tutti i soci; - facilitare i contatti tra i soci locali con iniziative culturali; 
- favorire e coordinare i collegamenti dei soci con la Società nazionale".
 
In tale azione diffusa, sempre secondo lo Statuto, “… le Sezioni saranno, solo per le iniziative proprie, autonome dal punto di vista organizzativo; tutte le attività svolte dalla Sezione Territoriale devono avvenire nel rispetto delle disposizioni statutarie e degli indirizzi del Consiglio Direttivo Nazionale. (…) Le spese necessarie all'esercizio della Sezione Territoriale si intendono a carico della stessa Sezione, che disporrà di un contributo della S.I.E., deciso annualmente dal Consiglio Direttivo Nazionale.” (cfr. art. 13)

Lo Statuto della nostra Associazione purtroppo non precisa alcunché in merito ai “gruppi” che, evidentemente possono essere costituiti per far fronte alla attività istituzionale entrando nel merito di specifici approfondimenti disciplinari e organizzando attività, da cui ci si aspetta possano pervenire proventi necessari le attività della Società stessa.

A tal proposito il patrimonio sociale e mezzi finanziari della SIE, necessari per finanziare la propria attività, si prevede provengano nei seguenti modi:
a) dalle quote associative;
b) da donazioni, elargizioni, lasciti, contributi di persone, società, enti pubblici e privati italiani e stranieri;
c) da proventi derivanti dallo svolgimento dell'attività istituzionale;
d) da attività commerciali marginali, realizzate esclusivamente nel perseguimento dello scopo associativo in modo non espulsivo né prevalente (cfr. art. 6)

Le quote associative vengono versate dai soci (ordinari, professionali certificati, sostenitori) ed è espressamente esclusa la possibilità di partecipazione temporanea alla vita dell'Associazione (cfr. art. 5), mentre le altre risorse sono eccezionali e non risultano significative o in grado di garantire il supporto necessario alle attività, soprattutto se queste dovessero essere pienamente rispondenti agli ambiziosi scopi statutari.

A mio avviso non è solo un problema di risorse finanziarie, bensì è un problema che coinvolge l’architettura del sistema organizzativo, problemi aperti o risolti in modo parziale, i Regolamenti mai scritti, quelli previsti per regolare le attività delle Sezioni (cfr. art. 13) o per precisare norme di funzionamento e di esecuzione dello Statuto, da elaborarsi a cura del Consiglio Direttivo e da approvarsi dall'Assemblea dei soci (art. 18), di voglia di fare per tenere il passo rispetto alle innovazioni delle realtà sociali produttive.

Per cui "tra dire e il fare ... " e per non annegare è meglio darsi da fare subito e darci una regolata perché c’è ancora tanto da fare per rendere pienamente operativa la Società Italiana di Ergonomia.

Usiamo il FORUM per chiarire le idee rispetto ai diversi possibili punti di vista.

C’è chi si domanda: perchè pagare per non avere niente?
C’è chi “porta la croce” con qualche ruolo istituzionale nella SIE nazionale o territoriale.
C’è chi confida che il primo numero della nuova Rivista di Ergonomia, ora tutta della S.I.E., sia corrispondente alle attese.
C’è chi, da anni, si prepara per il Congresso di fine ottobre.
C’è chi comunque non sarebbe mai contento. 
C’è chi è sempre contento o "se ne frega".
Infine, c’è chi fa e sbaglia.
Io preferisco di gran lunga sbagliare che “fregarmi” da solo e VOI ? 

Quale è il vostro punto di vista? 

Il FORUM è a nostra disposizione, usiamolo senza timori e timidezze.

3 commenti:

  1. AUTORE: Leone Mario
    DATA: 01/02/2010

    Lodevole iniziativa a cui mi associo: spero che non faccia la fine degli interventi precedenti, vista la sua importanza! due riflessioni / proposte:
    1) provvedimento tecnico (Ranzani?): inserire una mail automatica (RSS) per ogni nuovo intervento sul forum e ogni aggiornamento sul sito. Sono pochi quelli che hanno la costanza di visitare regolarmente tutti i siti di interesse per verificare se per caso ci sono novità!
    2) se il mandato è di diffondere l'Ergonomia, come facciamo a conoscere i BISOGNI e gli "umori" della POTETENZIALE UTENZA se il forum non è APERTO all'utenza stessa? Se la paura è di possibili e/o probabili interventi sconvenienti, l'amministratore può sempre cancellarli.
    Un saluto

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  2. AUTORE: Ranzani Francesco
    DATA: 02/02/2010

    Il problema è il seguente: quello che abbiamo in mano è un CMS quindi le possibilità di personalizzazione non sono purtroppo infinite.
    In passato si è deciso che il forum deve essere "riservato" ai soci e quindi è stato messo nell'area riservata.
    Se pensiamo invece debba diventare qualcosa di aperto discutiamone al prossimo direttivo.
    Ora tocca a me stimolare la discussione.
    I soci sono stati informati più volte sull'esistenza di un'area riservata, sulla modalità di accesso e sulla presenza di un forum, senza dare nessun segnale di interesse.
    Siamo sicuri che forum, foto, video, blog, .... interessino solo a 4/5 eletti?

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  3. Sono, da poche settimane, un nuovo socio ordinario ed oggi, appena in posseso dei dati di accesso all'Area Riservata del sito mi sono affacciato per la prima volta alla conoscenza delle attività della Società.
    Premetto di non conoscere ancora nessuno dei soci e tantomeno i partecipanti, in fase attiva, al forum in argomento.
    Certo che il primo impatto con le problematiche ed i temi trattati da questo forum crea, in un nuovo iscritto, un momento di riflessione.
    Le problematiche trattate sono sicuramente interessanti e costruttive ma, scusate la mia ignoranza, pensavo che in una Società di Ergonomia, proprio per definizione, il rischio del verificarsi di certe problematiche dovrebbe essere inesistente.
    Probabilmente e sicuramente discuterne ed analizzarne i contenuti rappresenta un momento di crescita professionale.
    Considerazioni a parte sono lieto di propormi come nuovo socio e sono felice di potermi confrontare con nuovi amici, con "curiosità di conoscenza", sui temi e sui principi fondamentali dell'Ergonomia.
    Un saluto a tutti.
    10/02/2010

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